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Il mito di una grande nazione

Il manuale di Benito Mussolini

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Centralità dello Stato, culto della patria, esaltazione dei giovani e della virilità, forza militare. Vuoi essere il promotore di queste idee e divenire l’eroe della nazione, saggio, forte, infallibile, uomo del destino ed incarnazione della volontà del popolo? Ecco un manuale con una serie di strategie per creare il mito della tua nazione prendendo spunto da colui che meglio è riuscito in questo intento, Benito Mussolini, colui che ha allineato il patriottismo italiano e il nazionalismo italiano con il suo movimento e la sua ideologia, il fascismo.

    Ma andiamo avanti a piccoli passi. Mussolini sapeva molto bene cosa significasse il concetto di "nazione" non solo in senso teorico, ma soprattutto come strumento politico e simbolico. Era un uomo colto, con una forte base ideologica, inizialmente socialista, ma anche molto cinico e abile nel piegare le idee ai propri scopi.

   Pertanto per capire il significato di nazione immagina di tornare indietro di qualche secolo: è una giornata d’estate a cavallo tra il XIX e il XX secolo nella Galizia Orientale e dei contadini vengono intervistati. Venne chiesto loro se fossero polacchi. «Siamo gente tranquilla», risposero. «Allora siete tedeschi?», «Siamo gente onesta». I contadini vengono interrogati sulla loro nazionalità, ma non rispondono in modo diretto. La domanda stessa ("Siete polacchi? Siete tedeschi?") assume un forte valore simbolico, poiché si riflette sulle distinzioni tra identità nazionali, etniche e culturali che, in molte regioni di confine come quella tra Polonia e Germania, erano sfumate e spesso non facilmente definibili.

   Evitando di identificarsi come «polacchi» o «tedeschi», i contadini affermano un'identità più universale, quella della «gente tranquilla» e della «gente onesta», che trascende le categorie nazionali. Questo esempio mette in luce non solo la fluidità delle identità etniche e nazionali, ma anche come queste identità vengano forgiate dalle circostanze storiche, politiche e culturali, rendendo il concetto di "appartenenza" qualcosa di più complesso di una semplice etichetta linguistica o geografica.

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Buona lettura.

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scritto da: Alice Porretta

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